ETHNIC STYLE: abbigliamento colourful immersion – Elena Maria Colizzi

ETHNIC STYLE abbigliamento colourful immersion

La stragrande maggioranza di appassionati di moda, buyers, merchandisers, fino ad arrivare ai fashion stylists di tutto il mondo, non ha mai soddisfatto pienamente l’impulso multiculturale, sempre più forte, di unire i valori occidentali e orientali con l’aiuto del tessuto, portatore sano di creatività e fantasia ad alti livelli.

Aprire la propria mentalità di fronte alle nuove sfide di un’iper-globalizzazione mondiale, di cui risente anche e soprattutto la moda, è possibile soltanto stimolando la curiosità di scoprire e avendo fame di conoscere a fondo le culture del fashion sviluppatesi altrove; l’Europa rimane in pole position come scuola di formazione per questa missione, ma prima o poi dopo aver studiato bisogna passare alla pratica espandendo concretamente la concezione condivisa della parola “moda”.

È nota l’opinione secondo cui gli abiti tradizionali orientali come, per esempio, in Giappone il ‘kimono’ per le cerimonie e lo “yukata” per uso quotidiano, non possano essere rivisitati in chiave casual, chic o trendy senza attirare critiche di ogni genere da parte del pubblico. Una testimonianza risalente al 2019 fu lo scandalo dei capi modellanti “Kimono Solutionwear” di Kim Kardashian; si trattò di un gioco di parole costatole caro tanto da essere accusata di appropriazione culturale leggera.

Ciò accadde per un semplice motivo: l’originalità è tutto nella moda, ma solo nel momento in cui essa non diviene invasiva o “aggressive”. Si sarebbe potuto definire un vero e proprio attentato all’armonia del fashion per l’amore verso il business, più che un puro tentativo di ricongiungere valori culturali molto distanti. Nonostante ciò, esistono dei fashion brand che hanno preso a cuore l’obiettivo di instaurare un rapporto tra moda e diversità nel giusto modo, come se desiderassero dar vita a un simbolico abbraccio di solidarietà. Adesso presentiamo, con immensa gioia degli amanti dell’ethnic style e bohémien chic, ben cinque eco-friendly siti web che potrebbero fare al caso loro per un’estate 2022 all’insegna del multiculturalismo!

Tamga Design

Si possono utilizzare tre parole chiave per descrivere i loro capi d’abbigliamento: eco-sostenibili, femminili e bohémien. Gli indumenti Tamga Design sono realizzati con fibre Tencel e Lenzing Modal in un processo a circuito chiuso che riutilizza 99,8% di acqua e prodotti chimici. In più, i coloranti per i tessuti provenienti dall’Indonesia sono completamente ecologici e certificati GOTS (Global Organic Textile Standard) a Giava. Tamga Design ha come missione principale: diffondere la moda creativa, sfatando il mito che essa danneggi l’ambiente. Un fashion brand che mette il bene del pianeta Terra al primo posto, senza se e senza ma, è da preferire per una super colorata estate 2022.

OurCommon Place

Stai cercando un sito dove poter fare una spesa intelligente all’ultimo grido? Ciò che fa per te è sicuramente OurCommon Place, il marketplace eco-sostenibile che punta a creare uno spazio per il consumatore in cui si senta in grado di allocare il suo potere d’acquisto nel migliore dei modi. Ma non finisce qui, perché esso si pone come obiettivo anche quello di trasformare le negative vibes lanciate dagli haters sulle piattaforme di acquisto online di abbigliamento, accessori e molto altro, in un favorevole comportamento d’acquisto che intersechi commercio e conoscenza.

THEMOIRè

Nasce da un progetto completamente made in Italy, nello specifico a Milano, la tanto amata città italiana della moda di tutti i tempi. È un marchio etico, eco-friendly, basic ma anche ricco di capi stile bohemién chic: c’è davvero l’imbarazzo della scelta! Il connubio natura-umanità sembra meno utopico del solito, quando si osservano gli ottimi propositi con cui esso progredisce nella missione di preservazione del patrimonio naturale. In particolare, si impegna a donare i propri profitti a organizzazioni che si schierano per contrastare l’inquinamento e il cambiamento climatico, ma la sua vera originalità è maggiormente concentrata in un’iniziativa che si riassume perfettamente con lo slogan “buy a bag, grow a tree”; si partecipa acquistando una borsa della collezione con lo scopo di piantare un albero. La loro unicità si trova, invece, nella produzione dei tessuti per le nuove collezioni in ecopelle ottenute dalla pianta di Nopal Cactus o dagli scarti di mela. Ulteriori materiali privilegiati sono Eco Fur o cotone riciclato, e anche una pelle vegan in PU (poliuretano rigido) ovvero un ottimo sostituto eco-sostenibile del PVC. Il riciclaggio è senza dubbio la parola d’ordine per THEMOIRè, il fashion brand italiano pioniere di un futuro di amore per la moda emergente, alleata prediletta di Madre Natura.

Hippie Chic

Se non avete idea di quale sia la differenza fra un capo d’abbigliamento bohémien vintage, boho chic femminile e bohémien hippy alla Jane Birkin e siete indecisi su quale stile si adatta meglio ai vostri gusti, non esitate a fare un salto sullo shop online di Hippie Chic per avere più informazioni al riguardo. È uno shop collegato a un blog interamente dedicato allo stile bohémien, in cui si può scoprire l’evoluzione di questo stile nel tempo e del lifestyle che da quest’ultimo si è generato. Sono abiti di ottima qualità che vanno dal casual per tutti i giorni, a un’eleganza più ricercata con perline, frange di pizzo e ricami, fino ad arrivare a un sexy bohémien con lunghi o corti tessuti traforati avvolgenti e sensuali. Come si può ben intendere, è uno stile che difficilmente passa di moda per via della sua estrema versatilità. Inoltre, è il periodo giusto per poter acquistare sul sito senza dover pagare alcuna spesa di consegna, e per approfittarne degli sconti pazzeschi di Giugno-Luglio.

Mayamiko

Grazie al prezioso contributo degli artigiani indigeni del Malawi, abbiamo oggi un meraviglioso fashion brand denominato Mayamiko che ci permette di avvicinarci allo shopping etico e sostenibile. È stato fondato da Paola Masperi nel 2009. Ma perché acquistare dal sito di Mayamiko? Beh, innanzitutto, perché lavora a fianco di un valido ente di beneficenza ovvero il Mayamiko Fashion Lab che dà un’opportunità lavorativa di vitale importanza nel mondo del commercio eco-sostenibile a tutte le donne del Malawi che si trovano in difficoltà; queste donne non vengono sfruttate con ore di lavoro extra, né vengono sottopagate o maltrattate. Vi sono delle interessanti promesse etiche alla base del fashion brand che lo rendono serio e affidabile. In aggiunta, essi utilizzano materiali naturali per la produzione dei capi d’abbigliamento come i “chitenje” che sono tessuti di provenienza locale, seta riciclata dall’Italia, maglia di cotone deadstock, e i gioielli, invece, vengono realizzati in pianta dello Sri Lanka.

Viene fatto anche ampio uso di materiali selezionati a mano nei mercati locali di tessuti. Successivamente vengono lavorati nei laboratori a energia solare in Malawi e confezionati da Mail Out, un’impresa sociale che si occupa di aiutare le persone con disturbi dell’apprendimento. Mayamiko vende perlopiù modelli evergreen, e non ha un main style di riferimento dato che produce abiti che sono una fusione fra l’antico bohemién style, patrimonio della moda ereditato dalla Boemia del XIX secolo, e gli abiti tipici della cultura tradizionale sudafricana; questo serve per conservare la ricchezza culturale della terra d’origine.

Elena Maria Colizzi