Marchi sostenibili di moda e Scarpe cruelty free: una guida utile
Sempre rimanendo nella produzione italiana di scarpe sostenibili, troviamo altri marchi che si propongono come ecosostenibili, le scarpe di queste aziende si possono definire vegane, in quanto certificate Cruelty Free e VeganOK. Tra questi possiamo trovare i marchi BellaStoria, Kweder, Organik Style, WooWe e Fera Libens.
Indice
Scarpe ecosostenibili Bellastoria
Partiamo da BellaStoria che propone scarpe ecologiche realizzate seguendo i principi etici e sociali, tutelando l’ambiente e gli animali. Le calzature prodotte da questa azienda toscana sono di diverso tipo, dalle sneaker sportive a scarpe più eleganti come stivali, sandali e décollété.
I materiali innovativi utilizzati per produrle sono perlopiù fibre vegetali (fibra di ortica, di canapa), lattice vegetale, materiali riciclati e\o riciclabili (come gli airbag delle auto), sughero e tela che garantiscono una buona traspirabilità e allo stesso tempo sono resistenti all’acqua. BellaStoria è l’unica azienda che, tra i materiali utilizzati, ne presenta alcuni di origine biologica.
Dalla Toscana di BellaStoria passiamo alla Sicilia di Kweder, altra azienda nata in ambito familiare che, oltre alle scarpe, produce anche accessori ecosostenibili come borse e foulard.
Kweder e il fascino delle scarpe etiche
Kweder è la prova che anche le scarpe ecologiche possono essere lussuose, infatti, la sua linea propone calzature particolarmente prestigiose e proprio l’attenzione ai particolari è uno dei fattori più caratterizzante del brand.
I materiali destinati alla produzione di queste calzature sono totalmente vegani, come l’alcantara, softan, thunit, e altri che si prestano a essere impreziositi con i favolosi dipinti creati appositamente da artigiani del posto.
Organik Style e scarpe ecologiche vulcanizzate
Mai sentito parlare di Organik Style? Per chi non la conoscesse, è un’azienda pugliese che produce accessori e scarpe ecologiche utilizzando un metodo particolare chiamato vulcanizzazione. Esso, grazie alla totale assenza di sostanze chimiche, permette di svolgere il processo di produzione nella maniera più ecologica possibile.
Scarpe artigianali: la storia di WooWe
WooWe nasce in a un laboratorio artigianale in auge da molti anni. L’obiettivo principale di questa azienda, che ha deciso di far parte del mondo della moda in maniera ecosostenibile, è assicurare al cliente comodità, qualità e cura dei dettagli. Tutte le scarpe sono fatte a mano con materiali ecologici come vari tipi di legno e sughero, per questo l’azienda offre un numero limitato di modelli: 15 per le donne (tra sandali, stivaletti, scarpe con tacco ecc.) e 5 per gli uomini. Questo permette agli artigiani di dedicarsi alla cura di ogni singola scarpa, permeandola di valore.
Fera Libens: scarpe ecologiche per tutelare il pianeta
Gomma riciclabile, alcantara e vibram sono alcuni dei materiali ecologici utilizzati da Fera Libens per le sue scarpe. Quest’azienda ha come principale scopo quello di riportare i consumatori verso uno stile d’acquisto più consapevole, che possa dare il giusto valore all’artigianato e nel contempo tutelare il pianeta.
Inizia con la E: Ecologico, Ecosostenbile, Etico
Queste aziende hanno una cosa in comune: tutte hanno a cuore le sorti del nostro pianeta. Per questo motivo hanno scelto di dirigersi verso un mercato della moda ecosostenibile, etico e Cruelty Free che utilizza solo materiali di origine vegetale, riciclabili o riciclati che non provengono da animali e che non sono testati su di essi. Le aziende nominate qui sopra hanno scelto una produzione socialmente etica che non favorisce lo sfruttamento e valorizza la manodopera locale, inoltre promuovono l’assenza di prodotti chimici così da ridurre al minimo l’impatto ambientale.
Slow (fashion) non è low (cost)
Tutte queste accortezze, la lavorazione dei materiali, uno stipendio dignitoso per i lavoratori e la qualità del prodotto, hanno chiaramente un costo. Questo non vuol dire che il prezzo delle scarpe ecologiche sia proibitivo anzi, è alla portata di tutti, in linea con i prezzi di altri prodotti artigianali, semplicemente non ci si aspetti di trovarle allo stesso prezzo a cui siamo abituati a trovare dei prodotti industriali, fabbricati chissà dove e in chissà quali condizioni lavorative con chissà quali materiali e sostanze inquinanti.
L’obiettivo di queste aziende è far aprire gli occhi a chi ancora non vuol vedere, a chi ancora fa finta di non sapere la grave situazione in cui si trova la Terra a causa nostra. Il potere di cambiare le cose è soprattutto nelle mani dei consumatori, sono loro attraverso la domanda a determinare il cambiamento del mercato e di conseguenza la fine di un meccanismo di produzione che non può assolutamente essere protratto oltre.
Beatrice Angelini