Intervista a Carlotta Castrucci di Caramì – lingerie e activewear
Due cose mi hanno colpita di Caramì, la prima è che quando l’ho conosciuto, tramite un articolo su un blog, dove si sottolineava un particolare aspetto sociale del brand, subito ha catturato la mia attenzione il punto di vista differente, un contenuto “ricercato” da condividere nel gruppo Facebook che gestisco, “Ufficio Stile“, dove non voglio che si parli solo di tendenze, ma di ciò che c’è di davvero innovativo nella moda.
Stavo per condividere il post, ma mi sono persa tra i contenuti della pagina e imbattuta in un video, che in maniera del tutto differente spiega come prendere le misure per le taglie, quindi sono rimasta colpita nuovamente, mi occupo di web marketing, per questo sono attenta anche alle modalità di comunicazione e ho condiviso subito il contenuto “diverso” sulla pagina Facebook che gestisco “Tecnologie digitali per il marketing della moda”.
Quindi la mia passione per la ricerca di ciò che è veramente “innovativo” mi ha portata a intervistare Carlotta Castrucci di Caramì.
Celeste Priore
Indice
Come e quando è nata l’idea per il brand di lingerie Caramì?
Caramì è stato il mio progetto di tesi, ma l’idea è nata nel Gennaio 2016 quando le condizioni di salute di mia sorella stavano peggiorando. Soffre di anoressia da 3 anni ormai. Siamo sempre state molto legate e non potevo lasciare che la malattia me la portasse via. Ne ho pensate davvero tante per salvarla, ma l’unica cosa che le ha fatto cambiare idea è stata Caramì.
Eravamo entrambe affascinate dai Lace Bras (reggiseni in pizzo), così dopo aver analizzato il mercato e vari competitor, decisi di creare una linea di lingerie. Parallelamente ho deciso di sviluppare anche una linea di Activewear visto il grande momento di crescita di questo settore.
Cosa ti ha spinto a scegliere il nome e il logo?
Caramì è l’unione del mio nome con quello di mia sorella (Carlotta e Camilla), anche il logo riprende i nostri nomi, infatti sono due C che si guardano una di fronte all’altra, ma al tempo stesso rappresenta un reggiseno e il giglio di Firenze allungato.
Quali sono gli aspetti estetici che contraddistinguono le linee dei reggiseni i pizzo?
Firenze è la mia fonte d’ispirazione principale. Ogni chiesa, ponte, palazzo e piazza porta con sé una storia, dettagli e rifiniture preziose che non passano inosservate. Questa stessa attenzione meticolosa si riversa anche sul brand dal dettaglio più piccolo al più grande.
Quali quelli tecnici?
Anche i principali tessuti utilizzati, pizzo e velluto, richiamano la cultura rinascimentale fiorentina i quali infondono eleganza e raffinatezza ai capi e, al tempo stesso, risultano essere rispettosi della pelle accarezzando il corpo e adattandosi alle diverse forme. A questi sono stati accompagnati elastici e rifiniture “giovani” e vivaci.
L’etichetta, in tessuto e di piccole dimensioni, è delicata sulla pelle, quasi impercettibile, così da non provocare fastidi e/o irritazioni.
La scatola realizzata con un cartone “soft-touch” richiama il prezioso prodotto che contiene ed ha una dimensione tale da poter essere riutilizzata nel cassetto della biancheria per tenerlo in ordine.
Tutto ciò è Made in Italy, in che luoghi d’italia avviene la produzione?
La maggior parte diei dettagli è stato realizzato in Toscana e la produzione avviene a Como da Curve Pericolose Srl, due sorelle come noi, alle quali è piaciuto molto il progetto: hanno capito subito quello che volevo e dopo aver sviluppato i prototipi ed effettuato delle modifiche è partita la produzione.
Come si sviluppa il processo della distribuzione e di comunicazione?
Il sito www.carami.it è il principale canale di distribuzione e comunicazione ed è stato progettato per essere funzionale e facilmente navigabile.
Sono presenti alcuni elementi nati per aiutare il consumatore all’acquisto, come la chat, un video tutorial e una community online/blog. Cerco di aiutare ogni consumatrice al fine di regalare un’esperienza d’acquisto unica.
Infine le spedizioni sono express, tracciabili, restituibili e worldwide.
Per comunicare mi baso sui social network, in particolare Instagram e Facebook. Uso anche Pinterest e Linkedin, ma il traffico deriva principalmente dai primi due. Sono attive su Google anche delle campagne Search e Shopping.
La bellezza sta nell’essere sé stessi. Non bisogna né essere degli scheletri per nascondersi né assomigliare a delle modelle per essere accettate.
L’elemento sociale del brand è caratterizzante e il blog diventa una forma di contatto con gli utenti, descriveresti meglio questa sezione?
Ho deciso di postare sul blog degli articoli sulla malattia, cosicché potessero essere d’aiuto e fonte d’ispirazione per altre ragazze e ragazzi.
Il blog è un altro elemento importante di Caramì, è il nucleo di tutto (infatti nella homepage l’ho collocato proprio al centro). È uno spazio che ho voluto creare per ascoltare il mercato perché, essendo tutto nuovo per me, ho bisogno di feedback su quello che sto facendo e al tempo stesso mi serve per raccontare quello che c’è dietro a Caramì.
La filosofia è quella di dare conforto alle donne in ogni occasione e amarsi per quello che sono. La perfezione non esiste e raggiungerla può costare la vita. Purtroppo l’anoressia è una malattia sempre più diffusa tra i giovani, associano la magrezza alla bellezza. Niente di più sbagliato. Con questa linea voglio esprimere un nuovo modello di bellezza, di estetica e di “accettazione”.
Carlotta Castrucci di Caramì – Cosa è cambiato dal 2018 al 2019?
Il primo cambiamento l’ha avuto Cami che è uscita dalla malattia.
Dice Carlotta introducendo a un’intervista che subito tocca il cuore… e dove definisce meglio quali sono in questo momento i ruoli aziendali delle due sorelle:
io mi occupo principalmente dell’online e di tutte le attività di comunicazione; Cami invece si occupa di tutto il mondo offline: rapporti con le clienti, organizzazione di eventi e vetrine e sviluppo prodotto. Da non dimenticare, la super mamma che segue tutte le attività burocratiche e amministrative.
In queste parole è forte l’emozione che esprime, sottolineando come la collaborazione femminile e il sostegno familiare siano i primi passi per superare ogni ostacolo e ogni problema. Una passione sempre più crescente sta riscaldando i cuori di queste donne, che ogni giorno cullano fino in fondo un progetto che deve ancora superare la fase dello “svezzamento”.
Poi quando vedi un tuo prodotto indosso ad una ragazza, oppure quando ti scrivono messaggi positivi, ti rendi conto che stai facendo “qualcosa” che funziona, che piace.
Carlotta racconta con orgoglio il loro lavoro, ma soprattutto l’orgoglio è rivolto verso la sorella Cami, che ha sconfitto il suo demone, che l’aveva resa uno scricciolo di 29 chili. Queste sono le principali motivazioni, che anche in una giornata no, le fanno dire sì.
Dal 2016, molti aspetti sono cambiati: il sito, la varietà dei prodotti proposti e l’esperienza nel settore dell’abbigliamento intimo per le giovani donne è aumentata.
Siamo partite da zero con un progetto tutto nuovo per noi: inesperte su tanti aspetti. Avevamo, però, le idee chiare su quello che volevamo fare e su dove vogliamo arrivare.
Entriamo, dunque, nel dettaglio di questo progetto.
Quali tipi di tessuti utilizzate? Adottate tessuti innovativi?
I tessuti (principalmente pizzo e velluto) sono sempre gli stessi da quando siamo partite, avevamo già selezionato in passato tutti ottimi fornitori che lavorano rispettando l’ambiente, come Eurojersey che monitora ogni singola fase del ciclo di produzione per ridurre l’uso di acqua, energia e prodotti chimici. Uno dei nostri punti di forza è anche questo: la selezione di materiali di ottima qualità, tutti rigorosamente Made in Italy e che siano rispettosi della pelle e dell’ambiente. Provate uno nostro leggings o reggiseno, difficilmente li vorrete togliere: sono morbidissimi e delicati sulla pelle. Abbiamo disegnato e realizzato i prodotti prestando attenzione a ogni piccolo particolare, come per esempio l’etichetta che è quasi impercettibile al contatto sulla pelle così da non dover essere tagliata evitando di rischiare di rovinare il prodotto.
Infatti, spesso tagliamo l’etichetta perché fastidiosa e invece contiene la “carta d’identità” e le informazioni per non rovinare subito il tessuto e permettere che duri più a lungo.
Carlotta approfondisce anche l’aspetto del packaging:
Anche la scatola che contiene il prodotto è realizzata su misura per conservare al meglio il prodotto. In più è stata studiata per essere riutilizzata come organizer del cassetto della biancheria, perché il coperchio e la base hanno la stessa dimensione, così uno lo usi per le mutandine e l’altro per i calzini, ad esempio.
Idea geniale, direi, che finalmente riutilizza il packaging per evitare sprechi e inquinamento!
Tutto il mondo di Caramì è ispirato a Firenze, la nostra città.
Carlotta me lo ricorda quando le chiedo quali sono le linee che caratterizzano il progetto.
Le linee, i tessuti, i colori richiamano il Rinascimento fiorentino e le lussuose ville dei nobili. Anche il logo è influenzato dal capoluogo toscano, infatti sembra il giglio di Firenze allungato ma non solo, sono anche due c una di fronte all’altra che si guardano e si abbracciano. Le iniziale mie (Carlotta) e di mia sorella Camilla, Caramì è appunto una fusione tra i nostri nomi. Infine il logo richiama anche la forma di un reggiseno, l’elemento chiave del mondo della lingerie.
Emozionante davvero quanto possa esprimere un semplice logo e quali significati importanti può racchiudere.
Visto che Firenze è una delle città più amante al mondo, vorrei che chi indossasse un capo Caramì possa portarsi sempre con sé una piccola parte della nostra città, pensare che s’indossa qualcosa di particolare, unico e studiato nei minimi dettagli al fine di poter far sentire le donne comode in ciò che indossano durante l’arco della giornata: in ufficio, in palestra, in casa o nel letto…
A proposito di questa bellissima descrizione mi segnala l’uscita della collezione Loungewear, che è stata realizzata a Firenze, perché così “portarsi Firenze con sé è più facile”, ammicca scherzosa.
La Loungewear è differente dalle altre collezioni, che invece sono prodotte nelle vicinanze di Como.
Altra domanda tecnica e altra risposta. Con entusiasmo Carlotta mi comunica il restyling del sito web, tramite il quale avviene anche la distribuzione di Caramì, www.carami.it, in linea con lo stile di Caramì: elegante, classico e romantico.
A questo punto mi sento di toccare un altro tasto, quello della comunicazione del brand, quindi le chiedo in che modo viene progettata e svolta. Mi segnala un’iniziativa avviata con l’influencer marketing, non andata a gonfie vele, che è stata seguito dalla partecipazione al WHITE di Milano, che si è rivelato decisamente più fruttuoso nella realizzazione delle PR e di contatti utili per la vendita.
Sempre a proposito di comunicazione, entro nei dettagli tecnici, già prima avevamo parlato del logo, del sito, dei social, ma qual è la frase che sintetizza il progetto Caramì?
L’underwear che diventa outerwear
Sarebbe un peccato non lasciarvi leggere in che modo descrive questo slogan
abbigliamento intimo così bello che è un peccato nasconderlo; ma non solo l’abbigliamento intimo.
Carlotta, infatti sottolinea come la collezione sportiva e Loungewear sono state pensate per essere indossate anche come”outerwear”, questo grazie ai tessuti utilizzati e al disegno dei modelli, che garantiscono versatilità.
Alla conclusione dell’intervista Carlotta mi lascia in sospeso con questa frase…
C’è in porto anche un nuovo progetto, ma per scaramanzia te lo comunico quando sarà ufficiale #fingerscrossed
Con la mia tartassante curiosità sarà davvero difficile resistere a lungo…